di Stefano Di Maria
Found footage: raccontare una storia come fosse un documentario quando invece è solo fiction. Un raro prodotto seriale di questo genere è stato rilasciato il 10 marzo da Netflix: per la versione italiana è stato scelto il titolo IL LEADER e si presenta come una serie di dieci episodi della durata dagli 8 ai 10 minuti. Si presta quindi al binge watching, come fosse un film, che ha i suoi limiti ma anche il coraggio di sperimentare. Cosa non da poco in un panorama spesso appiattito da produzioni che preferiscono andare sul sicuro.
Ma di cosa parla IL LEADER? Diretto da Nicolas Lopez e Ange Basterga, è ambientato nella banlieue di Parigi, in una sorta di Gomorra francese. Al centro della vicenda c’è Tony, un rapper di colore uscito dal carcere che sta per pubblicare un album e deve girare una videoclip musicale nel suo quartiere. Il regista è Franck, al quale l’etichetta ha chiesto di rendere la clip il più realistico possibile. Una volta arrivato sul posto insieme col suo cameraman Thomas, si ritroverà catapultato in un incubo: sparatorie, spaccio e consegne di droga, omicidi e aggressioni mortali insanguinano una giornata spaventosa, alla quale la coppia di operatori non potrà sfuggire; Tony, noto spacciatore in guerra con l’avversario Steve, non permette loro di andarsene, a costo di metterne a rischio la vita.
La rappresentazione di questa adrenalinica realtà avviene in presa diretta: lo spettatore vede ciò che accade attraverso le riprese di Thomas, sia nelle scene di azione (la gran parte) sia in quelle meno movimentate. Ne esce un ritratto molto simile a quello del rione di Scampia a Napoli, ma in versione maghrebina: nelle banlieue francesi vivono persone prevalentemente di colore. Luoghi dove la morte sta sempre dietro l’angolo e nessuno la teme. Per soldi e potere, ma anche per disperazione. Il rapper Tony (interpretato da un convincente Abdraman Diakite) vorrebbe tanto lasciare il rione per seguire la strada musicale, ma ha paura di perdere le sue sicurezze e sa che gli amici non glielo permetteranno. Da citare è la bravura di Sebastien Houbani nel ruolo di Franck, combattuto fra la paura di morire e il voler realizzare una clip senza precedenti.
THE LEADER è un prodotto che tiene alta l’attenzione (il breve minutaggio fa la sua parte) ma richiede la sospensione dell’incredulità: ciò che avviene nel finto documentario è improbabile e a tratti assurdo, soprattutto perché concentrato in poco più di una giornata. Altra pecca è il finale, non proprio chiaro (ci sarà una seconda stagione?), ma resta una buona sperimentazione da cui si può partire verso lidi di una serialità alternativa.
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