di Stefano Di Maria
Un altro prodotto di Apple Tv+ che lascia il segno nel mondo seriale: fra i titoli che annoverano la piattaforma come la migliore sul mercato per qualità ed eccellenza delle proposte c’è LA DONNA DEL LAGO, tratta dal romanzo di Laura Lippman. Opera della visionaria regista Alma Har’el, si rivela un febbrile thriller noir e un inaspettato racconto del prezzo che le donne pagano per i loro sogni. Una serie che da sola vale l’abbonamento alla tv di Cupertino.
LA DONNA DEL LAGO – La trama
Quando la scomparsa di una ragazzina sconvolge la città di Baltimora nel Giorno del ringraziamento del 1966, le vite di due donne convergono in una rotta di collisione fatale. Maddie Schwartz (Natalie Portman) è una casalinga ebrea che cerca di liberarsi da un passato segreto e di reinventarsi come giornalista investigativa, mentre Cleo Sherwood (Moses Ingram) è una madre che si muove nel sottobosco politico della comunità nera di Baltimora e fatica a mantenere la famiglia.
All’inizio le loro vite così diverse sembrano muoversi in parallelo, ma quando Maddie si concentra sulla misteriosa morte di Cleo, si spalanca un baratro che mette in pericolo tutte le persone che ruotano intorno a loro.
LA DONNA DEL LAGO – La recensione
La miniserie in sette episodi, auto conclusiva, è una storia di femminismo più che un thriller a tratti dark. Ma è molto più del classico racconto di rivalsa e riscatto nei confronti di una società che sottomette le donne: è un racconto intimista, che scandaglia le menti delle due protagoniste in ogni sfaccettatura del percorso evolutivo verso i propri sogni, che costerà a entrambe il sacrificio degli affetti più cari. Le loro vicende così speculari hanno un significato universale: seppure in modalità diverse, certi atteggiamenti maschilisti (come le pacche sul sedere affibbiate da un collega a Maddie non appena mette piede in redazione, senza che lei possa protestare, quasi fosse un diritto dell’uomo farlo) ci sono ancora oggi, neppure tanto velate, nella società e nel posto di lavoro. Eppure di strada ne è stata fatta parecchia, anche grazie a donne come le protagoniste de LA DONNA DEL LAGO. Altro tema dominante della serie è il razzismo (all’epoca le donne bianche non potevano avere relazioni coi neri e viceversa), che rende doppiamente discriminata la povera Cleo. E pure qui, come non riflettere su quanto e come certe battutine e certi comportamenti contro i neri e le minoranze in genere siano ancora dominanti ai giorni nostri?
Il premio oscar Natalie Portman, qui alla sua prima serie televisiva, ha dimostrato ancora una volta tutta la sua bravura nell’immedesimarsi col proprio personaggio. Non è da meno la coprotagonista Moses Ingram, assolutamente calata nella parte della donna nera che deve ingegnarsi oltre ogni modo per sfuggire a una morte segnata. La trama, che alterna al presente flashback illuminanti delle vite di Maddie e Cleo, è avvincente e i momenti senza azione non sono mai noiosi o scontati, tanto più quando la miniserie si fa a tratti onirica e a tratti musical. Impeccabili le ricostruzioni dell’epoca: location e costumi, trucco e parrucco, tutto è perfetto in ogni scena, evidenziata da una fotografia dai colori intensi.
Ci sentiamo di ripeterlo: LA DONNA DEL LAGO vale la pena l’abbonamento a Apple Tv+.
GIUDIZIO: 4/5
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