di Stefano Di Maria
Se cercate una serie di grande attualità (tratta di terrorismo) e dal ritmo frenetico, che vi tenga incollati alla poltrona, L’ORA D’ORO fa al caso vostro. Si tratta di una produzione belga-olandese di cui Netflix, dopo il successo televisivo, ha acquisito i diritti per la distribuzione sulla sua piattaforma. Pubblicata in Italia questo mese, si trova da settimane nella top ten e a oggi, 27 dicembre, è al quarto posto.
L’ORA D’ORO – La trama
Dopo un attacco terroristico ad Amsterdam, un detective olandese di origine afghana, Mardik, corre contro il tempo per trovare i sospettati. Fino a quando scopre che dietro tutto c’è un suo vecchio amico. A quel punto si ritrova combattuto tra l’affetto che prova per lui e il suo dovere: consegnarlo alla giustizia. Tutto si complica quando, essendo mediorientale e pur avendo sposato un’olandese, Mardik viene sospettato di essere implicato nell’attentato. Si ritroverà così a indagare da ricercato.
L’ORA D’ORO – La recensione
Per certi versi, anche se il paragone può sembrare azzardato, L’ORA D’ORO ricorda la mitica serie 24 che ha fatto la storia della serialità americana, quella con Kiefer Sutherland nei panni dell’agente Jack Bauer che lottava impegnato a salvare il suo Paese da atti terroristici. Qui a vestire i panni dell’agente eroe è Nasrdin Dchar, che se la cava egregiamente, tenendo quasi per intero sulle sue spalle le sorti dei sei episodi della miniserie. La situazione in cui si trova non è originale: proprio come Bauer e altri agenti di serie spionistiche o poliziesche, è un ricercato che in realtà tenta di impedire un attentato terroristico. Ma è un dettaglio che passa in secondo piano considerando l’attualità della trama: il primo attentato viene commesso in un mercato con un camion che miete vittime così com’è successo a Nizza nel 2016. La vicenda ci catapulta quindi nelle stanze dove si decidono strategie e piani d’azione per fermare i terroristi.
Il montaggio è scattante, il ritmo è adrenalinico, inducendo al binge watching nell’intento di seguire le sorti dei protagonisti per giungere al gran finale. Ben inseriti i flashback, che ricostruiscono l’amicizia che legava i protagonisti quand’erano due bambini in Afghanistan, prima di vederli nel presente su fronti opposti.
Il cast, a partire da Nasrdin Dchar, è decisamente all’altezza, con prove attoriali degne di nota. La crudezza di molte scene, tuttavia, non è per tutti: gli spettatori più sensibili potrebbero decidere di interrompere la visione. Gli autori, infatti, hanno deciso di mostrare nel dettaglio gli atti cruenti di cui si macchiano i terroristi, scegliendo di condannarne le azioni mostrando tutto, senza nascondere nulla.
L’ORA D’ORO è una serie che si divora e non si dimentica facilmente, in attesa di una seconda stagione quanto meno scontata a giudicare dalla piega che hanno preso gli eventi nel finale.
GIUDIZIO: 4/5
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