di Stefano Di Maria
Il fenomeno MARE FUORI è tornato. Con una stagione esplosiva ma che si discosta molto da quel che è stata finora questa fiction divenuta ormai un caso seriale italiano. Abbiamo visto i primi sei episodi del quarto capitolo, disponibili su Raiplay dall’1 febbraio, e possiamo dire che non deludono: come le precedenti stagioni, immergono lo spettatore in un magma emozionale come pochi altri. Ma non è tutto oro quel che luccica come vedremo nella nostra recensione.
Tralasciamo la trama perché, con tutto quello che accade, ci sarebbero non pochi spoiler. Quel che qui ci interessa è analizzare pregi e difetti di MARE FUORI 4, valutandoli con obiettività, senza lasciarci influenzare dall’inevitabile entusiasmo del fan (ebbene sì, siamo anche noi fan di MARE FUORI).
MARE FUORI 4 – La recensione.
Cosa funziona: il cast, scrittura e musiche coinvolgenti
Fin dal primo episodio sono due gli elementi che saltano all’occhio: a differenza delle precedenti stagioni, nell’IPM di Napoli non ci sono nuovi ingressi di detenuti. Comprensibile visto che i personaggi sono già troppi e le loro story line piuttosto impegnative ma gestite bene dagli sceneggiatori Cristiana Farina e Maurizio Careddu. Il regista Ivan Silvestrini punta molto sui primi piani, sugli sguardi, sull’emotività: si percepisce la volontà di usare al meglio il talento dei suoi attori per creare empatia con lo spettatore, per farlo affezionare sempre più ai personaggi e spargere a man bassa emozioni.
Il risultato, sotto questo aspetto, è eccellente: ancora una volta MARE FUORI, pur concentrandosi sulle vicende sentimentali rispetto alla malavita cui eravamo stati abituati, cattura il fruitore senza far percepire lo scorrere del tempo dei lunghi episodi, la cui durata media è di 65/70 minuti. Ciò significa avere lavorato bene sulla trama e sul montaggio, che non dà tregua pur non essendoci grande azione, e sulle colonne sonore, senza le quali – ne siamo certi – l’impatto emozionale sarebbe largamente ridotto.
MARE FUORI 4 – La recensione.
Cosa non funziona – Recitazione teatrale e scarsa credibilità
E’ evidente il grande lavoro di squadra che sta dietro alle riprese di MARE FUORI 4, ma ciò non toglie i limiti dello show, seppure non siano molti. Innanzitutto la recitazione di alcuni (non gli adulti, i cui ruoli sembra siano stati cuciti loro addosso), che rispetto ad altri stona perché fin troppo teatrale. Ma forse anche questo fa parte del “gioco”: col carico emozionale che si porta dietro ogni episodio, c’è la consapevolezza di non cercare chissà quali velleità autoriali o di resa scenica.
Se per passare sopra questo basta storcere un po’ il naso, non si può dire altrettanto dello svolgersi degli eventi, che richiede una sospensione dell’incredulità come non era accaduto nelle precedenti stagioni. Com’è possibile che un detenuto in ospedale possa fare il bello e il cattivo tempo eludendo la sorveglianza e senza suscitare i benché minimi sospetti sulla sua persona? O fare sesso in camera, prima con l’amante e poi con la moglie, come se nulla fosse? Poco credibile anche la facilità con cui vengono concessi permessi d’uscita a ragazzini criminali che finiscono costantemente col delinquere. I protagonisti, poi, sembrano tutto fuorché minorenni (la media dell’età supera infatti i 20 anni), vestono e si truccano in modo improbabile per essere in un carcere minorile. Ma MARE FUORI è questo e se si vuole vederlo bisogna scenderci a patti.
Tornando ai pregi, sono tanti i temi trattati: dall’omosessualità, che è ancora un’onta soprattutto negli ambienti carcerari, alla redenzione e al riscatto, non sempre possibili o facili per chi è segnato provenendo dal mondo criminale. Non resta che attendere i prossimi 6 episodi, che saranno trasmessi in prima serata su Raidue da metà febbraio prima di essere rilasciati da Raiplay. L’attesa continua.
GIUDIZIO: 3 su 5
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