di Stefano Di Maria
Avevamo molte aspettative su THE WATCHER, nuova serie realizzata da Ryan Murphy e Ian Brennan per Netflix. Dopo il capolavoro seriale DHAMER, eravamo pronti a vivere le stesse emozioni, a fare la conoscenza di nuovi personaggi sfaccettati, ad appassionarci a un’altra storia tratta da un vicenda reale. Nostro malgrado, siamo rimasti delusi: nello stile di AMERICAN HORROR STORY, THE WATCHER non suscita davvero paura, ha personaggi che non riescono a entrare in empatia con lo spettatore e ha un finale deludente.
THE WATCHER – LA TRAMA
Dean (Bobby Cannavale) e Nora Brannock (Naomi Watts) hanno appena acquistato la casa dei sogni nell’idilliaca zona residenziale di Westfield, nel New Jersey, ma dopo aver investito tutti i loro risparmi per concludere l’affare si rendono presto conto che il quartiere non è affatto accogliente. Per esempio, ci sono una donna anziana e stravagante di nome Pearl (Mia Farrow) e suo fratello Jasper (Terry Kinney), che si intrufola in casa Brannock e si nasconde nel montacarichi. Poi c’è Karen (Jennifer Coolidge), l’agente immobiliare nonché vecchia conoscenza di Nora, che li fa sentire come se non fossero davvero a casa loro, e i vicini ficcanaso Mitch (Richard Kind) e Mo (Margo Martindale), che sembrano non comprendere il concetto di confine di proprietà.
Il loro gelido benvenuto si trasforma rapidamente in un vero e proprio inferno quando iniziano ad arrivare lettere minacciose da parte di qualcuno che si fa chiamare “L’Osservatore” e spaventa a morte i Brannock, mentre i sinistri segreti del quartiere vengono a galla. Una vicenda parzialmente vera, che trae origine dalla storia della famigerata casa dell’“Osservatore” nel New Jersey.
THE WATCHER – LA RECENSIONE
Se non cercate la stessa qualità di DHAMER non resterete delusi. La trama di THE WATCHER è intrigante grazie al mistero che si dipana per tutti e sette gli episodi: chi sta dietro le lettere minatorie ricevute dalla famiglia Brannock? Le tinte di giallo valgono una visione che, comunque, sa di già visto. Per questo i momenti di paura non colgono mai davvero di sorpresa, qualche passaggio è tutto sommato prevedibile e, come se non bastasse, c’è anche dell’improbabile: il ritorno di una coppia che sembrava morta solo in apparenza…
Insomma, motivi per far storcere il naso allo spettatore più esigente non mancano di certo, ma ciò non toglie che lo show si lasci guardare e appassioni. Forse il motivo di tanto successo (la serie è più vista di DHAMER) sta nei temi: la casa e i vicini, elementi centrali nella vita di chiunque, favoriscono l’identificarsi, il rivedersi in certe situazioni e circostanze. Ma il merito di THE WATCHER, se non altro, è quello di scavare nel profondo di ciascuno di noi, nella nostra ossessione di sentirci osservati e giudicati da tutti. Ricordandoci che noi siamo come gli altri: anche noi osserviamo e giudichiamo. E’ solo che quando osservano noi lo dimentichiamo.
Voto: 3 su 5
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