di Stefano Di Maria
Abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima, per gentile concessione di Netflix, una miniserie che farà sicuramente parlare di sé: TUTTA LA LUCE CHE NON VEDIAMO, in uscita il prossimo 2 novembre. Diretta da Shawn Levy e scritta da Steven Knight, composta da quattro episodi di circa un’ora, è sicuramente uno dei migliori titoli dell’anno, notevole per qualità, scrittura e sforzo produttivo. Ecco la nostra recensione senza spoiler.
TUTTA LA LUCE CHE NON VEDIAMO – LA TRAMA
Tratta dall’omonimo romanzo vincitore del Premio Pulitzer, la nuova miniserie Netflix segue la storia di Marie-Laure, una ragazza francese cieca, e di suo padre, Daniel LeBlanc, che fuggono dalla Parigi occupata dai tedeschi con un diamante leggendario per impedire che finisca nelle mani dei nazisti. Braccati senza sosta da un crudele ufficiale della Gestapo che vuole impossessarsi della pietra preziosa per il suo interesse personale, Marie-Laure e Daniel trovano presto rifugio a St. Malo, dove vanno a vivere con uno zio solitario che diffonde le trasmissioni clandestine per la resistenza. In questa cittadina sul mare, una volta idilliaca, il percorso di Marie-Laure incrocia inevitabilmente quello di un’improbabile anima gemella: Werner, un adolescente brillante arruolato dal regime di Hitler per rintracciare le trasmissioni illegali, che invece possiede un legame segreto con Marie-Laure e con la sua fiducia nell’umanità e la sua speranza.
TUTTA LA LUCE CHE NON VEDIAMO – LA RECENSIONE – L’incredibile potere dei legami fra persone
Intrecciando abilmente le vite di Marie-Laure e Werner nel corso di un decennio, TUTTA LA LUCE CHE NON VEDIAMO racconta la storia dell’incredibile potere dei legami tra le persone, un faro che può guidarci anche nei tempi più bui. Una storia del passato ma purtroppo ancora attuale per le guerre che si stanno combattendo in Ucraina e in Medioriente. In tanta disumanità c’è sempre la luce dell’umanità che non si piega, che resiste ed è pronta a tutto per non farsi sopraffare. Una luce ravvivata dall’affetto e dall’amore verso le persone care, capace di una forza impensabile.
Grazie a ricostruzioni storiche credibili, dagli aerei da guerra degli Alleati che volano sui cieli di Francia sganciando bombe alle case rimaste in piedi o ridotte in macerie, lo spettatore viene proiettato negli anni cruciali dell’occupazione nazista in Francia. Ma quella a cui assistiamo non è una vicenda familiare rappresentata in modo didascalico o documentaristico: si respira, piuttosto, un’atmosfera quasi fiabesca, anche se le scene cruente non mancano.
E’ certamente merito della scrittura, che sembra voler sperimentare una nuova forma di narrazione a fondo storico, ma anche del cast in stato di grazia. A cominciare dall’emergente Aria Mia Loberti e Nell Sutton, che interpretano rispettivamente l’adulta e più giovane Marie-Laure, eccezionali nel tratteggiare il carattere magnanimo quanto volitivo della protagonista. Si affiancano star del calibro di Mark Ruffalo (Daniel LeBlanc), Hugh Laurie (zio Etienne), Louis Hofmann (Werner), Lars Eidinger (Von Rumpel), e Marion Bailey (Madame Manec).
Da tempo non si vedeva su Netflix una serie di questa fattura e livello, che dalla sua data di uscita ci auguriamo entri subito nella top ten.
GIUDIZIO: 4/5
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