di Stefano Di Maria
Il dramma dei migranti non è un tema facile da trattare. Il rischio è di cadere nei cliché, nel dramma strappalacrime che emoziona per poi lasciarselo alle spalle, tornando alla vita fuori dal piccolo schermo senza porsi interrogativi, senza nessuna riflessione interiore. Con UNWANTED – OSTAGGI DEL MARE non è accaduto. Merito dell’ottimo lavoro svolto da Sky Studios insieme a Pantaleon Films e Indiana Production, che hanno tratto questa miniserie da “Bilal” (edito da La Nave di Teseo): il libro inchiesta del giornalista sotto copertura Fabrizio Gatti sul viaggio da lui intrapreso lungo le rotte del Sahara, popolate non solo dai migranti che si spostano dall’Africa per raggiungere l’Europa, ma anche da quanti fanno affari lucrando sulla loro disperazione.

UNWANTED, OSTAGGI DEL MARE – La trama
La serie Sky Original, disponibile su Now, racconta cosa accade quando una nave da crociera, la Orizzonte, piena di turisti occidentali, trae in salvo un gruppo di migranti a seguito del naufragio della loro imbarcazione. Le storie dell’equipaggio e dei passeggeri della crociera si intrecceranno con quelle dei nuovi ospiti della nave. La situazione precipiterà quando alcuni dei migranti, scoperto che la crociera si muove verso la Libia, dalla quale sono partiti, per la disperazione decidono di prendere in ostaggio la nave.

UNWANTED, OSTAGGI DEL MARE – La recensione
Diciamolo subito. Oliver Hirschbiegel, premiato regista tedesco divenuto celebre in tutto il mondo grazie a titoli come “La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”, “Diana” e il film vincitore del Sundance Film Festival nel 2009 “L’ombra della vendetta – Five Minutes of Heaven”, ha fatto un grande lavoro, riuscendo nell’intento di raccontare una storia così drammatica senza scivolare nel melodramma. Per rendere più realistica la vicenda, ha girato in inglese, italiano, tedesco, francese e diversi dialetti africani, con cui recita un variegato cast multiculturale capitanato dal sempre bravo Marco Bocci e da Jessica Schwarz.

Dietro lo show c’è l’ottimo lavoro di scrittura firmato da Stefano Bises (creatore della miniserie) con la collaborazione di Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero. L’impressione è che non ci sia mai una scena di troppo, che non si sia voluto allungare il brodo, prendendosi i propri tempi per familiarizzare con tutti i personaggi (che non sono pochi), lasciando sospeso quel senso di pericolo imminente che invoglia la visione (molto utili in tal senso sono i flash forward). Certo questa scelta potrebbe non piacere a chi vuole tutto e subito, ma a nostro giudizio è proprio quel prendersi del tempo, prima che tutto esploda, a caratterizzare UNWAHNTED, OSTAGGI DEL MARE. I flashback sugli abusi e i pericoli vissuti dai migranti in Africa, raccontati con grande realismo, non possono che rimandare al film “Mio Capiutano”, di Matteo Garrone. La miniserie, però, si concentra più sulle reazioni di chi vive nel benessere, di quell’umanità tutta occidentale che popola il microcosmo della nave extra lusso e all-inclusive. Reazioni, quelle dell’equipaggio e delle famiglie, che potrebbero essere le nostre, specchio della paura del diverso che non tiene conto di ciò che patisce chi prende i barconi in cerca di una vita migliore.

E’ come se la miniserie volesse porci di fronte a una verità scomoda, mettendo in discussione le nostre certezze e sicurezze, la nostra morale. E’ questo che, con tutto il suo carico umano, ci lascia dentro UNWANTED, OSTAGGI DEL MARE. Un titolo che, per i temi trattati e per com’è confezionato, non può finire nel dimenticatoio.
GIUDIZIO: 4/5
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