Il Mondiale di calcio in Qatar raccontato dai più prestigiosi osservatori nazionali.
Dario Ricci (Roma, 1973) è una delle voci dello sport di Radio24-IlSole24Ore, dove conduce il programma “Olympia” (in onda ogni domenica alle 16.30); scrittore e saggista, ha seguito come inviato del Gruppo24Ore diverse edizioni di Olimpiadi e Mondiali di calcio e altre discipline

Una (per la prima volta, nord) africana, due sudamericane (e che sudamericane!), cinque europee. Eccole, le otto reginette invitate in pieno deserto al gran ballo mondiale. Espressione, anche stavolta, della nobiltà di sangue del calcio globale, della sua storia e delle sue tradizioni. Anzi, ancora eurocentrico, il football mondiale, se è vero che da quattro edizioni di fila il Brasile s’incaglia su scogli continentali nel suo cammino verso il titolo.
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Mondiali in Qatar, eurocentrismo e samba pragmatico di Tite
Dettagli si dirà, di fronte a una nazionale verdeoro che sembra sotto la guida di Tite essere riuscita a conciliare l’anima ‘samba’ con un pragmatismo da Vecchia Europa (o quantomeno, con un ragionevole calcolo del rischio). Di certo, gli ottavi di finale, rispetto agli infuocati gironi di qualificazione, hanno rappresentato una vera e propria Restaurazione. Ma forse solo in apparenza, se guardiamo sotto la superficie. Il vento che spira dall’Asia, ad esempio (Giappone, Corea del Sud, Iran, Arabia Saudita e pure Australia, visto che i canguri proprio le qualificazioni asiatiche disputano) ha scompigliato più di una duna alle porte di Doha, e dato l’effettiva idea di un calcio ormai globalizzato, ancor più di quanto invece fatto proprio dalle compagini africane, attese a una definitiva maturità che sempre fatica ad arrivare.
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Con Qatar2022, i confini del calcio si sono allargati
Processo di crescita che pure le formazioni nord e centro-americane devono completare tra strappi in avanti (vedi Costarica 2014) e brusche frenate. Ora il Mondiale degli emiri entra nella sua fase decisiva, nella corsa verso il suo verdetto definitivo, e molto probabilmente incoronerà una delle grandi ‘storiche’ del football; eppure Qatar2022 davvero ci ha regalato l’idea di un calcio dai confini diversi e più ampi. Sensazione che mentre apre il dibattito su chi ne sia l’effettivo proprietario, del calcio di oggi, regala anche la convinzione che almeno su questo sentiero la Fifa non abbia sbagliato i suoi passi.
Dario Ricci – Radio24-IlSole24Ore
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